Il nostro potenziale è soggetto a delle Interferenze che ne causano una sua riduzione quando noi vogliamo utilizzarlo e metterlo in campo facendo qualcosa. Quindi, i risultati che otteniamo non sono pari al nostro potenziale, non sono la sua espressione, ma sono dati dalle nostre potenzialità meno le interferenze. RISULTATI = POTENZIALITÀ – INTERFERENZE Dove per potenzialità si intende l’insieme di capacità, talenti, competenze, conoscenze ed esperienze che abbiamo. POTENZIALITÀ = CAPACITÀ, TALENTI, COMPETENZE, CONOSCENZE, ESPERIENZE Perciò, il fattore chiave è identificare queste interferenze e lavorarci per diminuirle o eliminarle. QUANTE VOLTE SENTI DI NON ESSERE AL MEGLIO DI TE?
Ecco, tutte queste volte, determinate interferenze ti impediscono di esserlo. E questo è quello che fa il Coaching (ed il Coach): ti aiuta ad individuare queste interferenze per ridurle o eliminarle, affinché tu possa esprimere più volte possibile il massimo delle tue attuali potenzialità. E quindi, mettere a frutto le tue capacità e i tuoi talenti, trasformando tutto il tuo potenziale in risultati. In pratica, il Coaching fa in modo che aumenti il numero di volte in cui lo fai nei diversi contesti della tua vita, sia privata che lavorativa. Quando fai qualcosa, ad esempio, giochi a tennis, in percentuale, quante volte ottieni risultati in linea con le tue potenzialità? IN % QUANTE VOLTE OTTIENI RISULTATI IN LINEA CON LE TUE POTENZIALITÀ?
La risposta a questa domanda è sempre un numero minore di 100. Vedi, che quel numero sia 30, 50 oppure 80, attraverso il Coaching puoi aumentare questo numero, quindi le volte in cui ti senti al meglio di te e dai il meglio di te stesso, ottenendo il tuo massimo risultato. Magari quel risultato che desideri e meriti già da diverso tempo. Perciò, per poter usare il massimo potenziale per una performance è necessario lavorare sulle interferenze. E queste, come puoi vedere da un’altra formula, la Formula delle Interferenze, possono essere di due differenti tipologie, interne (Ii) ed esterne (Ie). LA FORMULA DELLE INTERFERENZE I = II + IE La sostanziale differenza tra queste è che su quelle interne, essendo dentro di noi, abbiamo il pieno controllo (o quanto meno possiamo arrivare ad averne il controllo lavorandoci su), mentre su quelle esterne, che sono all’esterno appunto, al di fuori di noi, non abbiamo alcun controllo, essendo al di fuori della nostra personale responsabilità. Ad esempio sono interferenze interne il nostro modo di percepirci, di gestire le emozioni, i modi di pensare, le convinzioni, gli schemi comportamentali e le abitudini. INTERFERENZE INTERNE MODO DI PERCEPIRCI, EMOZIONI, PENSIERI, LE CONVINZIONI, COMPORTAMENTI, ABITUDINI Queste limitano l’accesso alle nostre risorse e alle nostre capacità quando siamo chiamati a esprimerci: a livello professionale quando magari parliamo in pubblico o comunichiamo con i clienti, a livello personale nelle relazioni private, a livello sportivo quando siamo in campo e la vittoria o la miglior prestazione agonistica sono il nostro obiettivo. Sono interferenze esterne, invece, tutte le cose che non facciamo noi, come ad esempio l’attuale crisi economica, un cliente che ci fa richieste eccessive, il partner che non ci capisce, l’attrezzatura che non funziona o il pubblico che ci fischia nel corso di una partita. Quindi tutte quelle cose tipo: soldi, tempo, le altre persone, gli strumenti che utilizziamo, l’ambiente in cui viviamo o che frequentiamo. INTERFERENZE ESTERNE SOLDI, TEMPO, PERSONE, STRUMENTI, AMBIENTE Perciò, quelle esterne possiamo solo gestirle. Questo fa sì che, nella ricerca della nostra massima performance, è necessario eliminare le interferenze interne e per farlo devi conoscere il tuo funzionamento, per acquisire consapevolezza, e imparare a gestirti, attraverso una maggiore responsabilità personale, mantenendo, di conseguenza, un “set” di pensieri, convinzioni ed emozioni più utili alla tua prestazione. In mancanza di queste abilità personali avranno il sopravvento le rappresentazioni mentali depotenzianti che diminuiscono il tuo potenziale nel corso di una performance, impedendoti di sfruttarlo completamente. Perciò, quando ti si presenta una situazione difficile o inaspettata, non devi concentrarti su di essa, bensì sulle tue interferenze interne (sul tuo “gioco interiore”, per dirla con Timothy Gallwey, il padre di questa Formula della Performance). STA A TE IMPARARE AD AVERE UN ATTEGGIAMENTO DIVERSO DI FRONTE AGLI EVENTI. L’obiettivo del Coaching è proprio quello di avvicinare la tua Performance (P) al tuo potenziale (p), eliminando o diminuendo le interferenze. Ora che conosci la Formula della Performance e quella delle Interferenze, IN QUALE AREA DELLA TUA VITA UTILIZZERAI QUESTI CONCETTI?
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