Ti è mai capitato di osservare un atleta che, prima di un gesto atletico importante (servizio di tennis, tiro libero nel basket, ricezione nella pallavolo e così via), oppure prima di cominciare una gara compie una sequenza di gesti particolare e anche un po’ buffa a dir la verità?
Molto spesso succede che il tutto viene categorizzato nella parola “scaramanzia”.
Ma che differenza c’è tra routine sportiva e scaramanzia?
È vero che non tutti quanti gli atleti che fanno dei rituali prima di una gara o di un gesto atletico li utilizzano in modo da favorire la propria forza mentale ma che si tratta di semplice scaramanzia. Allora dove sta la differenza?
Ci sono due differenze sostanziali:
1) La consapevolezza. Chi compie un gesto scaramantico o religioso, non lo fa per avere i benefici mentali accertati dalla letteratura scientifica, ma lo fa per richiedere una sorta di aiuto miracoloso esterno che, quasi sicuramente, non ci sarà.
Chi utilizza, invece, una routine sportiva costruita con un Mental Coach sa che questa serve per focalizzare l’attenzione, per diminuire l’ansia prima e durante una gara e per attivare l’arousal corporeo.
2) Focus sulla persona e non su oggetti esterni.
Un errore che può compiere chi utilizza la scaramanzia, infatti, è quello di avere una routine legata ad oggetti esterni (scarpa fortunata, maglietta vincente…)
Le conseguenze, come potete immaginare, possono essere molto brutte dal momento in cui questo oggetto viene dimenticato vicino alla lavatrice o, ancora peggio, perso.
Chi invece compie una routine “Mentale” sa che questa dovrà essere sempre uguale e quindi dovrà legarla a gesti e pensieri che potrà replicare in qualsiasi momento e situazione.
A cosa serve una routine?
Come detto prima, l’utilizzo di una routine pre-gara o di rituali durante la gara, servono a supportare l’atleta nel miglioramento di alcune dinamiche mentali.
Fare un rituale con consapevolezza, infatti, serve a focalizzare l’attenzione e la concentrazione (soprattutto quando si è distratti da un self-talk negativo), serve a ridurre l’ansia e ad attivarsi per essere pronto a performare nel modo migliore possibile.
Innanzitutto, bisogna differenziare tra routine pre-gara e rituali prima di un gesto.
La prima è una routine che dura un po’ di tempo.
Bisogna scegliere un momento durante il giorno della gara in cui la routine può partire.
Trattandosi di un tempo molto ampio, ovviamente la routine non deve essere fissa e non modificabile, ma deve essere composta da una serie di gesti e di pensieri che, durante i momenti che precedono la gara, vengono fatti sempre
Per esempio, una routine pre-gara può essere legata all’ascolto di musica, ad alcuni gesti durante il riscaldamento, al fare una tecnica di rilassamento, associando il tutto al self talk positivo.
I rituali prima di un gesto atletico, invece sono più fissi e immutabili.
Sono una sequenza di gesti e pensieri che, una volta decisi e approvati dall’atleta, devono essere fatti ogni volta che il gesto atletico si ripropone.
Associare gesti a pensieri è sicuramente il modo migliore per essere pronti a fare la propria prestazione al 100%.
L’importante è sempre essere consapevoli che non ti arriverà nessun aiuto dall’esterno ma che tutte le risorse che vi servono sono dentro di te!
Giulio Matteoni