AVERE UN OBIETTIVO CHIARO È IL PRIMO PASSO PER REALIZZARE CIÒ CHE SI DESIDERA
Gli obiettivi hanno lo scopo principale di motivare l’atleta e guidarlo nel suo percorso sportivo. Per questo il primo passo per un goal setting efficace consiste nell’aiutare l’atleta a fare chiarezza e a scegliere la direzione che per lui è davvero importante percorrere. In seguito, si procederà con la creazione sistematica di obiettivi a breve, medio e lungo termine.
Un goal-setting ben ottimizzato porta vantaggi da tutti i punti di vista: rafforza la motivazione, aiuta a concentrarsi, regola lo stress e accresce la fiducia in sè stessi.
Vediamo ora alcune regole per ottenere la massima efficacia dalla scelta degli obiettivi.
OBIETTIVI “S.P.O.R.T.“
Gli americani amano sintetizzare i concetti in modo brillante, quindi, hanno pensato a una simpatica sigla che raggruppa le qualità di un obiettivo motivante: S.P.O.R.T.
Analizziamo queste caratteristiche.
S = Specifico. Obiettivi generici come “fare bene in questa stagione” non danno grosse istruzioni. Invece, un obiettivo specifico come ad esempio “migliorare la mia percentuale di primo servizio“, indica con maggiore chiarezza cosa c’è da fare. Gli obiettivi devono quindi guidare l’atleta a compiere azioni specifiche in modo da permettergli di esercitarsi con uno scopo preciso.
P = Positivo. E’ importante formulare un obiettivo in termini positivi, in altre parole è meglio dire “voglio essere più rilassato” al posto di dire “voglio essere meno teso“. Ormai un’infinità di studi testimonia che il nostro corpo e la nostra mente si attivano in modo ottimale quando partiamo con l’idea di realizzare il successo, anziché evitare il fallimento.
O = Osservabile. Se il mio obiettivo ha dei parametri osservabili e misurabili potrò prendere coscienza dei progressi che faccio e degli effetti delle mie azioni. Questa consapevolezza è qualcosa di fondamentale: aumenta la fiducia in sè stessi e permette di auto-correggersi. Quindi un obiettivo come “voglio migliorare la percentuale di realizzazione di un tiro sul campo dal 50% al 60%” oppure “voglio correre i 100 metri in 11 secondi” consentirà di avere dei feedback indispensabili per migliorare.
R = Raggiungibile. Per mettere in gioco le nostre forze è bene scegliere obiettivi ambiziosi. Tuttavia, è anche importante che questi obiettivi siano alla nostra portata, cioè che siano raggiungibili. Infatti, una meta che appare difficile stimola il nostro impegno ma l’idea che sia raggiungibile aumenta la motivazione (perché crea un’aspettativa di successo). In sintesi, si può dire che diamo il meglio di noi quando sentiamo di avere il 50% delle possibilità di farcela.
T = Temporizzato. In un goal setting ottimale un “macro-obiettivo” viene suddiviso in “micro-obiettivi” scadenzati a breve, medio e lungo termine. In questa fase del goal setting è bene procedere secondo la “tecnica del gambero”, cioè partire con la definizione dell’obiettivo principale (ad esempio stabilire un record personale) e da lì identificare la sequenza degli step necessari per raggiungerlo.
Il goal setting dovrebbe quindi apparire come una scalinata con l’obiettivo principale in cima e una serie di obiettivi più piccoli via via che si scende, fino ad arrivare alla situazione presente.
Questi piccoli sforzi concatenati daranno il ritmo all’azione e ci aiuteranno a essere mentalmente presenti, perché dopo aver completato uno step, sapremo esattamente cosa fare al passo successivo.
Giulio Matteoni.